Sviluppare nuove abilità nella discontinuità del cambiamento del Business
L’incertezza e la turbolenza che caratterizzano l’attuale economia mondiale, tendono a mettere drasticamente in discussione l’efficacia dei tradizionali sistemi di gestione del Business, e sollecitano una sostanziale rivisitazione del mix di competenze necessarie al management.
La nuova generazione di manager è chiamata ad operare con la piena consapevolezza della fragilità del nostro pianeta, e dei limiti delle risorse naturali. Transizione ecologica, sostenibilità, sensibilità ambientale e sociale, sono le nuove parole-chiave che spingono verso un nuovo paradigma.
La stagnazione economica dei principali paesi industrializzati, aggravata da conflitti e crisi energetica, rende quanto mai attuali le intuizioni di Clayton Christensen1 sulla “disruptive innovation”, ma in questo caso il concetto di frattura deve estendersi a quei modelli di Business che non sono più in grado di rispondere ai repentini cambiamenti in atto nello scenario economico globale.
Quali competenze dovranno, quindi, affiancare e integrare i fondamentali del management, per garantire ai futuri leader strumenti adeguati ad affrontare le nuove sfide?
E quali abilità dovranno essere sviluppate per diventare agenti del cambiamento, per stimolare l’innovazione e accelerare la crescita, creando e condividendo valore per gli stakeholder nel rispetto dei principi di sostenibilità e sensibilità sociale?
Ed il rispetto di questi principi come si potrà coniugare con il – sempre valido – principio gestionale del “fare di più e meglio con meno”?
Sul versante della leadership occorre dire che il manager dovrà sempre più trarre la sua forza non dal ruolo, ma dalla capacità di creare valore per il team. Un manager post-eroico ispirato al principio di “dare per ricevere”, e vicino alla figura del “servant leader” tipica dei già diffusi approcci Agile.
Sul versante più ampio del Business le sfide principali sono legate alla necessità di creare imprese più agili e veloci, in grado di ottimizzare il flusso nella creazione di valore e di rispondere proattivamente ai sempre crescenti bisogni dei clienti. Queste sfide impattano sulle nuove frontiere tecnologiche, sull’Internet of Things, che aumenta il livello di connettività tra persone e prodotti, ed è già oggi considerato un “disruptive process improvement” in tutti settori produttivi, dal manifatturiero, ai trasporti, alla sanità, ai servizi2 .
1 Clayton M. Christensen, Disruptive Technologies: Catching the Wave, Harvard Business Review, January-February 1995.
2 Setrag Khoshafian, Service Oriented Enterprises, CRC Press, 2019.